Unione Europea al bivio. La Brexit ed il protezionismo di Trump rischiano di mettere a dura prova la tenuta dell’Unione Europea. Al di là delle opinioni dei giornali, l’allerta è stata sollevata da MacroGeo, sito indipendente di analisi macroeconomiche. Lo stesso ha evidenziato come il rischio di “una disintegrazione europea” stia aumentando di anno in anno.
Nel marzo prossimo, l’Europa si avvia al suo sessantesimo anno e le indicazioni macroeconomiche non sono incoraggianti. La convergenza industriale ed economica stenta ad arrivare e purtroppo si rischia di buttare nel cestino le somme, ingenti, che sono state investite dagli stati europei in questi anni.

La disintegrazione dell’Unione Europea è possibile?

I vari economisti di MacroGeo hanno evidenziato come l’Unione Europea subisca delle dinamiche geopolitiche esterne che non riesca a dominare. Il vecchio continente subisce le dinamiche di quello che viene chiamato “Caosland”. Esso viene considerato la parte di mondo che più ogni altre genera instabilità, terrorismo, migrazioni e fenomeni climatici.

Piano piano l’Unione Europea diventerà una federazione di stati con accordi concentrici, successivamente una UE flessibile e poi solamente uno spazio economico aperto a Turchia, Ucraina e Gran Bretagna. L’Unione Europea come la conosciamo oggi, piano piano scomparirà.

Questo spazio economico subirà i colpi della Cina, stranamente aperta alla globalizzazione, e dell’America iper protezionista di Trump. Uno scenario apocalittico che avrà avvio con la Brexit. Il prezzo da pagare in termini di recessione, crollo dell’Industria sarebbe colossale. Tanto più che, come afferma, l’ex premier Monti, si va verso una politica economica, commerciale e monetaria di breve periodo con una sconnessione tra governi e cittadini.

Ci vengono in mente le parole di Paul Krugman, noto economista, il quale affermava che “L’Europa non era adatta alla moneta unica, come invece gli Stati Uniti. Spagna e Florida hanno avuto la stessa bolla immobiliare ma la popolazione della Florida ha cercato lavoro in altri Stati. Quest’ultimi meno colpiti dalla crisi, gli spagnoli non hanno avuto la stessa opportunità. Assistenza sociale, assicurazioni sanitarie, spese federali e garanzie bancarie nazionali sono di competenza unicamente del governo di Washington per tutto il territorio, mentre in Europa non è così. Questo è uno dei principali motivi della fragilità del sistema Europa, almeno fino alla creazione di una garanzia bancaria continentale. Teniamo presente che però l’Europa non è in declino. E’ un continente attivo e dinamico, ma ha sbagliato a scegliere la propria governance e le sue istituzioni per il controllo della politica economica. E’ però ancora in tempo per rimediare”.

Sarà proprio così? Siamo ancora in tempo?